Usare O Non Usare L’ Auto – Tune ?

Ciao quando avevo scritto per la prima su questo argomento era finito Sanremo 2021 da pochissimi giorni e una delle cose più rilevanti di quella edizione fu un uso molto diffuso del software di punta della Antares, Auto-Tune, nato nel 1997 e arrivato ormai alla versione 9.
Leggendo tra i commenti di molti colleghi ho notato due linee di pensiero: autotune si, autotune no!
Ma ha senso ragionare così ? Io mi sono fatto un po’ di domande ed ho cercato di trovare delle risposte che voglio condividere con voi, ma sono anche curioso del vostro parere.

Partiamo dal capire meglio come funziona il software:
(Qua parlo di quello originale, ormai ce ne sono anche tanti altri che producono lo stesso risultato sonoro e pure hardware).
Nacque con l’intento di correggere in tempo reale la voce, funzione diversa da altri software come Melodyne (uno dei più usati in tanti dischi da molti anni) che invece permette d’intervenire sulle note in post produzione o Vari Audio di Cubase.
Tra le funzioni principali abbiamo la possibilità d’impostare tonalità e scala del brano per far suggerire, in base alla differenza di altezza, quella che dovrebbe essere la nota giusta e far applicare la correzione.
C’è anche la funzione per scegliere con quale sensibilità e velocità deve intervenire, quanto deve “umanizzarsi” e se deve creare un vibrato sulla nota corretta.
Oltre alla correzione con scala fissa c’è possibilità di farlo seguire da note midi programmate o suonate in tempo reale, oppure lasciarlo su scala cromatica per avere la correzione con il semitono come unità di misura.

Queste sono le funzioni principali ma se si sente il suo intervento perchè è stato così tanto usato?
Io ho notato che ci sono due modi per usarlo, il primo è quello di cercare di correggere gli errori, mentre il secondo è quello di usarlo come un vero e proprio effetto esasperando il suo processamento.
Una mia riflessione personale è che la prima modalità non sia artistica ma correttiva e quindi la trovo non entusiasmante ma castrante per noi esseri umani che vogliamo differenziarci dalle macchine e non assomigliarvi!
Quindi personalmente non amo questo tipo di utilizzo.
A livello artistico invece usato come un effetto per manipolare la voce allora può anche avere un senso come nel brano anni 90 di Cher, I Believe, dove possiamo sentirlo evidentemente esagerato, così come in ambito rap, trap oppure nell’album “The E.N.D.” dei The Black Eyed Peas di cui vi lascio il brano “I gotta feeling”.


Usato come effetto allora penso possa avere senso, così come con la chitarra elettrica creiamo sonorità grazie a effettistica che snatura il suono originale, come il distorsore, pensate a come suonerebbero le chitarre distorte di tanti brani rock senza quel tipo di suono, prima si usava l’acustica ma quando venne costruita la chitarra elettrica la si proponeva anche per moda!
Secondo me la discussione in questo caso non è sul si o no, ma sul come, quanto e dove usarlo e soprattutto il perchè come esigenza comunicativa.

Quando la voce viene filtrata in questa maniera chiaramente subisce una grande manipolazione, ed è un suono che si sta diffondendo in tante produzioni discografiche pur non essendo attinenti ai generi di cui ho parlato prima e quindi la domanda che mi sono fatto è perchè ?
Io ho pensato che lo si faccia per moda!
Magari per avvicinarsi un pubblico che è abituato a sentire la voce così manipolata e quindi per attirare la sua attenzione!
Oppure visto che in radio passano tantissimi artisti rap e trap, che ormai sono diventati mainstream, se subito dopo passa il mio brano molto “fuori suono” lo si può percepire meno “attuale” meno “figo”, la stessa cosa che sta sempre di più succedendo col mastering e la loudness, dove viviamo una guerra a chi “suona più forte” a discapito della dinamica musicale.
Potrebbe magari sembrare strano, ma motivazioni del genere sono all’ordine del giorno nel panorama discografico.
Anche nel disco di cover di Giorgia è stato usato, eppure lei canta un genere in cui non te lo aspetteresti, sicuramente c’è il tentativo di far cose diverse e quando si provano a far cose nuove non sempre possono avere l’approvazione del pubblico e non sempre possono piacere. Non lo ha proposto lei, anzi in una intervista dice che non era tanto favorevole ma si è lasciata convincere dal produttore, non voglio aprire una polemica ma se produttori o ingegneri del suono non lo usassero non so quanti cantanti lo chiederebbero, sperimentare è secondo me bello, chiaramente non sempre poi quello che si fa diventa adatto!

Io sono molto aperto ad applicazioni diverse da come si è sempre fatto, a contaminare generi con altri, ma avendolo provato posso dire che ha un algoritmo molto invasivo e non di facile gestione.
Per dirla in maniera molto semplice non ci possiamo cantare come se non ci fosse, dobbiamo anche adattare un pochino il nostro modo di cantare all’effetto, altrimenti anche il fattore intonazione va a farsi benedire molto velocemente e ho anche pensato che potrebbe essere uno dei motivi per cui molti cantanti durante il festival di Sanremo 2021 li abbiamo sentiti più stonati del solito, sentendo anche l’autotune in funzione.
Guarda caso dopo l’esperimento 2021 nel Sanremo 2022 l’autotune era molto poco protagonista nelle esibizioni, ma solo in quelle dove ha un forte senso espressivo.
Purtroppo o per fortuna non sempre una tecnologia la accendi e fa le magie, ma spesso è come trovarsi a guidare una macchina della formula uno, se non la sai gestire vai fuori strada facilmente ed ho il sospetto che non siamo molto lontani da questo fenomeno.

Personalmente voglio sperimentarci ancora di più per capire meglio dove ci possiamo spingere e se invece, se vogliamo cantare come siamo abituati a intenderlo, dobbiamo pensare di eliminarlo dal live, poi in studio il discorso è diverso perchè si possono fare interventi più chirurgici.

Alla fine della mia riflessione di oggi quindi autotune si o no ?
Secondo me se vogliamo usarlo come un effetto è bene usarlo live perchè appunto è come voler levare il distorsore o un delay da una chitarra elettrica, ma bisogna sicuramente lavorarci parecchio e non pensare che possa fare tutto quello che vogliamo e che andrà sempre bene, perchè così come con la chitarra un conto è far confusione un conto è far musica e penso che anche noi insegnanti dobbiamo conoscere di più questi strumenti se vogliamo sia giudicare, sia aiutare i nostri allievi interessati ad avvicinarsi a generi adatti a questo utilizzo.
Sicuramente è anche bene fare e far fare esperienza poichè così come con la chitarra distorta in tanti casi è meglio registrare con l’effetto già attivato e settato.

Sicuramente frasi come “con l’autotune cantano tutti” o “è facile cantare con l’autotune” non mi sento di considerarle corrette perchè nel momento in cui vogliamo far correggere le nostre imperfezioni, come già detto si sente, quindi risulta poco naturale, provate a sentire cosa fa se respiriamo rumorosamente!
Una bella sfida sarà proprio cercare di farlo diventare qualcosa d’interessante come effetto, ma sempre facendo risaltare la propria personalità.
Invece di contro penso che se non deve essere usato come effetto è meglio tenerlo fuori dal nostro rig per i live, perchè potrebbe farci più danni che benefici e soprattutto in quel caso potremmo veramente finire con il modificare troppo la nostra identità.
Penso ci sia ancora tanta strada da fare, dobbiamo sperimentare più attivamente con apertura mentale per far poi ordine negli utilizzi.
Queste sono le mie considerazioni attuali e spero di ricevere anche le vostre idee in merito!