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Il microfono va usato oppure no a lezione di canto moderno?

Ciao questo è un tema che tratto sempre durante i miei corsi di Vocal Technology: Il Cantante Amplificato perché purtroppo ancora nel 2020 in Italia siamo molto ignoranti sull’argomento oppure troppo approssimativi.
Il problema nasce dal fatto che studiamo sempre di più la tecnica vocale (in senso stretto) e non mettiamo la stessa voglia di approfondimento sugli “attrezzi del mestiere” del cantante moderno.
Sulla didattica ci sono molti colleghi che sono a favore o meno sull’uso del microfono durante le lezioni di canto moderno e io mi sono specializzato ed ho approfondito tutto questo aspetto prima come cantante e poi portando le mie ricerche nella didattica perché notavo come ci fosse molta poca informazione sull’argomento (infatti ho dovuto sperimentare e ricercare molto da solo proprio perché non c’è una grande letteratura anche perché è un argomento vasto e vario soprattutto dal punto di vista artistico e oltre quello che riguarda la fisica, le possibilità artistiche sono molto soggettive).
Per quietare subito le due fazioni premetto che non esiste un solo genere di canto, non esistono suoni cantanti tutti uguali, non esiste un solo tipo di microfono e non tutto si amplifica alla stessa maniera.
Ognuno di noi ha magari un suo modello di canto preconfezionato oppure no, di ciò che ritiene giusto e sbagliato, ma in tutto in quello che possiamo considerare canto non teatrale amplificato l’elemento soggettivo e di libertà artistica è centro dell’argomento.
Quindi è normale che ognuno parli del “proprio canto” e delle proprie esperienze e bisogna cercare di vedere la questione con una visione più ampia.
Per approfondire meglio questo discorso partirò dalle mie esperienze in merito.
Chi vuole approfondire questo tipo di argomenti va spesso a chiedere agli addetti ai lavori, ovvero ai tecnici del suono o ai fonici, cosa che feci anche io tanti anni fa i quali mi dettero gli spunti iniziali ma purtroppo non essendo cantanti non possono andare oltre il loro lavoro e spesso non trovavo le risposte alle mie domande, ancor meno se poi vogliamo portare il tutto nella didattica vocale.

Io avevo la voglia di far suoni molto diversi tra di loro come la beatbox, il canto armonico, l’imitazione della tromba o del basso, suoni distorti/sporchi al naturale, un canto molto dinamico e li volevo amplificare tutti dallo stesso microfono e che tutti fossero amplificati come volevo io!

Ho imparato che si possono amplificare tutti i suoni dallo stesso microfono ma facendo qualche piccolo compromesso, non esiste il migliore in assoluto, solo il più adatto!
Infatti in base a cosa voglio fare può esserci un microfono più o meno adatto al risultato amplificato finale.
Anche il come lo teniamo il microfono ci produce differenze di suoni, una cosa che ho sempre proposto da anni durante i seminari e recentemente DPA ha fatto una misurazione di cosa cambia in base all’impugnatura.

Come possiamo vedere da queste immagini solo cambiando il modo di impugnare lo stesso microfono produciamo diversi cambiamenti su alcune frequenze.
La cosa importante da considerare è che questa analisi è stata fatta sul loro microfono in commercio, non su tutti i microfoni esisterà la stessa precisa sensibilità, ma sicuramente anche se con approssimazione generale e considerando le foto in relazione l’una tra l’altra, questa analisi ci dà un riferimento molto interessante da tenere in considerazione.
Sicuramente avrete visto tenere il microfono nei modi più vari per scelta acustica o “perché fa figo” per esempio tanti rapper e beatboxer sono soliti tenerlo tipo la figura 3 o 5 ma la cosa che non consideriamo è “chi c’è dopo il microfono”.
Non c’è il modo giusto o sbagliato in assoluto, ma quello giusto e sbagliato in base a ciò che faccio e al risultato che voglio ottenere, sono logorroico nel ribadire questo concetto, lo so.

Infatti il microfono non è l’unico elemento da tenere in considerazione perché la differenza sonora è data non solo da lui ma anche dal preamplificatore, da eventuali processori come il compressore o l’equalizzatore e poi dall’impianto audio che ci farà sentire il suono.
Cambiando ognuno di questi elementi può cambiare il modo in cui il suono catturato dal microfono viene modificato ulteriormente ed in base anche alla qualità costruttiva degli stessi avremo un risultato piuttosto che un altro.

Studiare tutti i movimenti muscolari, studiare la postura, studiare la respirazione, studiare i nostri risuonatori naturali, studiare come muovere la laringe, come inclinarla etc.. etc.. e poi pensare appunto che uno vale l’altro tra i componenti citati poco fa è pura FOLLIA, la tecnica vocale moderna, o come chiamo io del cantante amplificato, finisce nelle casse, non alla bocca!

Quindi dopo aver cercato di sensibilizzare un po’ di più su questo argomento possiamo dire che fare lezione di canto moderno senza MAI usare il microfono è come voler insegnare ad essere un ciclista usando solo la cyclette!
Possiamo però allo stesso tempo dire che insegnare canto moderno usando SEMPRE il microfono a lezione è allo stesso tempo sbagliato perché non ci permette di imparare a conoscere la nostra voce naturale, e ricordo anche che in ambito moderno abbiamo tanti generi musicali con tante differenze acustiche anche importanti e non possiamo generalizzare troppo, è proprio la conoscenza che ci consente di diventare più precisi su cosa usare e come.

In linea generale e all’inizio del percorso bisogna imparare prima a fare i suoni che vogliamo fare al naturale e poi una volta essere a posto tecnicamente proveremo a studiarli amplificati, ma in questo processo l’attenzione e la presenza dell’ insegnante dovrà essere molto precisa e capace da saper indicare l’allievo verso i giusti suoni naturali, in previsione del fatto che saranno amplificati, altrimenti sarà come se studiassimo canto moderno così come si studia canto lirico (dove il microfono non esiste quindi non si pone neppure il problema salvo registrazioni o rappresentazioni dove non esiste una amplificazione naturale del teatro, ma è un altro discorso) e poi una volta che ci troviamo davanti ad un microfono magari, in una band, come possiamo gestire il nostro suono amplificato se non ne abbiamo l’esperienza e lo studio ?
Purtroppo se l’insegnante non è così competente sarà difficile far fare all’allievo un lavoro molto dettagliato sulla propria voce amplificata.
E come spero si inizi a pensare da soli leggendo questo mio articolo, se a diversi suoni potrebbero esser più adatti diversi microfoni e diversi percorsi del segnale audio allora prima inizio a prendere confidenza e prima capirò cosa fa al caso mio, altrimenti metterò sempre la mia voce nelle mani di un tecnico, di un fonico che non sa niente di me e che farà le cose anche in base al suo gusto personale che non è detto sia quello giusto per me, per il genere musicale e per la mia voce!
Se non imparo a conoscere la voce amplificata dopo quella naturale potrei cascare nell’errore di non cantare in economia portandomi molto probabilmente ad avere una ipercinesia muscolare.

E se il fonico stravolge completamente la mia voce allora fare tutte le lezioni di canto a cosa sono servite se alla fine di quello che ho studiato esce solo una minima parte?

Il pubblico sente quello che esce dall’impianto non quello che sentiamo noi a lezione di canto in una stanza, ed essendoci così tante variabili all’interno della catena del segnale audio la cosa bella è che approfondirne la conoscenza può permettermi di farle lavorare a mia immagine e somiglianza e non il contrario.
Tutto questo può essere un’arma a nostra disposizione oppure qualcosa che ci distrugge, sta a noi deciderlo.
Tutto il ragionamento, ci tengo a sottolinearlo, è riferito al canto LIVE e non a quello in studio di registrazione, poiché li i ragionamenti da fare possono essere altri e spesso non si insegna a cantare in studio, soprattutto se l’insegnante non ne ha mai avuto esperienza.

In conclusione non banalizziamo mai il discorso dicendo solo “si usa il microfono o non si usa” perché dice tutto e non dice niente, l’argomento è molto articolato e vasto e far informazione è quello che cerco sempre di fare nei miei seminari, per far luce sugli aspetti importanti da considerare.
Il consiglio che vi do è quello di cercare intanto di avere un setup il più lineare possibile come amplificazione e che modificherete correggendo magari un pochino l’equalizzazione da allievo ad allievo se serve.
E con gli allievi più avanti dovrete impegnarvi anche voi nel far un lavoro più approfondito anche utilizzando le possibilità software non solo hardware e magari facendo acquistare ad ogni allievo il suo microfono, che anche solo dal punto di vista igienico non sarebbe male.

Se noi lavoriamo sulla formante del cantante intorno ai 2000 – 4000 Hz e poi passiamo per un microfono che su quella zona non è molto presente e lo preamplifichiamo con un mixer di bassa qualità costruttiva che finisce in casse audio dove quelle frequenze sono poco amplificate, come pensate che si senta il risultato finale in proporzione a come lo avete sentito al naturale? Nelle piccole casse di una chiesa riconoscete la vostra voce? Da uno smartphone ci sono tutte le frequenze musicali che si possono apprezzare su un impianto Hi-Fi? In auto come sentite la musica? Etc.. etc.. se ci pensate siamo ormai abituati a sentire musica in modi estremamente filtrati, anche l’ambiente naturale dove studiamo è già un filtro, cambiare stanza spesso può far cambiare il modo di cantare, perché cambiano i parametri acustici a cui siamo abituati e questo un cantante lirico lo sa sicuramente bene!
Troppe cose secondo me le diamo per scontate o vissute in modi troppo superficiali, io sprono tutti ad approfondire, ognuno nel suo perché alla fine siamo tutti simili, ma anche diversi.
A voi le risposte…
E vi dico che io uso l’Encore 300 (lo trovate tra la mia strumentazione) e se faccio beatbox non schiaccio la capsula, cosa che invece faccio se uso lo Mp75 e non tutto quello che canto mi piace cantarlo con l’uno e con l’altro ma come detto all’inizio per usare uno stesso microfono si fanno dei compromessi, sta a noi, conoscendo più cose, capire qual’è il male minore per portare sempre a casa dal pubblico l’emozione che vogliamo far arrivare.
Buon canto a tutti e per quelli che vedrò durante Vocal Technology: Il Cantante Amplificato spero abbiate molte più domande dopo questo articolo.